Le verità sepolte by Angela Marsons

Le verità sepolte by Angela Marsons

autore:Angela Marsons [Angela Marsons]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2019-11-06T23:00:00+00:00


45

Travis aveva preso appunti nel suo taccuino durante tutto il tragitto verso l’ospedale. Lo chiuse quando lei spense il motore. Kim aspettò la sua prossima mossa. Era evidente che qualsiasi progresso i due avessero fatto il giorno prima era stato cancellato.

Il detective continuò a guardare dritto davanti a sé.

«Prendi mai in considerazione la possibilità di avere torto?», le chiese poi, all’improvviso.

Lei ci pensò per un momento. «Di rado», ammise.

Se l’armonia conquistata il giorno prima fosse cresciuta o anche solo rimasta intatta, avrebbe quasi ceduto alla tentazione di rispondere con sincerità. Invece, doveva continuare ad agire secondo il ruolo che le era stato assegnato.

«Perché a volte semplicemente ti sbagli, sai».

«È per qualcosa che ho fatto durante la riunione?», domandò lei, sulla difensiva.

«No, quella direi che è andata bene», rispose Tom, lasciandola senza parole.

Il detective sganciò la cintura di sicurezza e si girò a guardarla.

«Sto solo dicendo che a volte ti sbagli e la gente soffre».

«Travis, dove cavolo credi di anda…». Kim smise di parlare quando la portiera sul lato del passeggero quasi le sbatté in faccia.

Uscì di corsa dalla macchina e guardò il collega da sopra il tettuccio.

«Travis, cosa dovrebbe significare questo tuo discorso?», chiese, brusca. O parlava con lei oppure no, ma stuzzicarla con strane osservazioni e domande la irritava e basta.

«Prova a rifletterci su, se ti va. Io non ho intenzione di aggiungere altro».

Be’, tanto meglio così, se tutto ciò che aveva da offrirle erano criptiche frasi a effetto.

Avanzarono in silenzio lungo i corridoi dell’ospedale. Kim entrò nella camera mortuaria e salutò la dottoressa A.

«Piacere di vederla, detective, e c’è anche il sergente», disse l’altra in tono cordiale, mentre Travis si incupiva. Kim sapeva che non avrebbe dovuto trovarlo divertente, eppure…

Mentre guardava la scienziata che indossava un paio di guanti blu, notò lo smalto appena applicato. Rosso e oro, a dita alterne. Poteva solo immaginare quali fossero i rituali antistress di una donna che gestiva resti umani di giorno e si dipingeva le unghie di notte.

«Detective, credo che mi adorerà davvero dopo che le avrò mostrato questo», dichiarò la dottoressa, per poi passarle un foglio di carta con una fotografia e diversi valori riportati al di sotto.

Il soggetto della foto al centro della pagina era un proiettile.

«Viene dallo scavo?», chiese Kim.

La dottoressa A annuì.

«Ce l’ha qui con sé?», domandò lei.

«No, è alla balaustrica», rispose la donna.

«Già, per affacciarsi un po’», fu il caustico commento di Travis.

«Certo, questo sì che avrebbe un gran senso», disse piccata la dottoressa A.

Lui rimase in silenzio.

«Marina aveva immaginato che fosse un proiettile, ma io ho preferito non dirvi nulla prima di riuscire a pulirlo per bene».

Kim non riusciva a trattenere l’entusiasmo. La balistica sarebbe riuscita a determinare la composizione del proiettile. Alcuni erano fatti di materiali più morbidi, come il piombo, progettati per espandersi all’impatto. Quelli a base di acciaio penetravano a fondo nei bersagli più spessi. Qualsiasi informazione poteva aiutarli in qualche modo a stabilirne l’epoca. Quelli più recenti erano fatti con materie come alluminio, bronzo, rame, plastica, gomma, acciaio, stagno e perfino tungsteno.



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